Qui ed Ora

Spiti Valley, India (foto di Fabio Fantozzi)

In India si sente spesso paragonare la mente ad una scimmia impazzita che salta da un ramo all’altro di un albero senza sosta. Pensandoci, effettivamente, lo stato della nostra mente si trova spesso in queste condizioni. Essa ha la tendenza a produrre una serie di pensieri compulsivi  che ci trascinano da una parte all’altra senza lasciarci mai dimorare nel momento presente. Questo rumore di fondo costante genera uno stato mentale di confusione e debolezza. Abbiamo difficoltà a prendere decisioni, i problemi ci sembrano insormontabili, il nostro umore è instabile e la nostra reazione alle situazioni che ci troviamo a vivere è spesso sproporzionata. In realtà la nostra mente ha la capacità di essere allo stesso tempo uno strumento meraviglioso come un’arma incredibilmente pericolosa. Sta solo alla nostra capacità di capirne i meccanismi e imparare ad utilizzarla, proprio come uno strumento, nel miglior modo possibile, a fare la differenza. Per riuscire in questa impresa abbiamo bisogno di disidentificarci dalla nostra mente e iniziare ad osservarla dall’esterno, come un semplice testimone. Il riuscire ad osservare i pensieri ci porta a divenire consapevoli dei nostri schemi mentali, delle nostre “abitudini psicologiche”, cambia in noi il modo di vedere ed interpretare la realtà, iniziamo a dare il giusto peso alle cose, si modificano così anche  le nostre risposte alle situazioni che ci troviamo a vivere, troppo spesso influenzate da errori ripetuti legati a pregiudizi e false convinzioni.

Quando iniziamo a prendere coscienza del lavoro compulsivo della nostra mente attraverso l’osservazione distaccata, la prima cosa di cui ci renderemo conto è che i pensieri che essa produce tendono ad allontanarci sempre dal momento presente, ci trascinano  nel passato, che oramai non c’è più, in un vortice ininterrotto di ricordi o ci scaraventano nel futuro che ancora non esiste.

Troppi pensieri sul passato sono causa di sensi di colpa, rimpianti, rancore, tristezza, amarezza, di tutte le forme di mancato perdono. Dai troppi pensieri sul futuro si generano disagio, stress, preoccupazione, paura, ansia.

Lasciare andare il passato, che non può essere cambiato e distogliere la mente dal futuro che è  un’illusione, una proiezione della nostra mente, ci aiuta a rimanere connessi con il momento presente, l’unico che realmente esiste. Questo non significa che dal passato non si possa imparare e che il futuro non si possa progettare, ma una cosa è rimuginare su quello che è stato , crearsi false aspettative per quello che sarà, o vivere il presente nell’attesa di un futuro diverso, altro è utilizzare le esperienze passate per crescere, o progettare e lavorare per costruirsi un futuro migliore vivendo ogni momento non come un mezzo per arrivare da qualche altra parte, ma come il fine stesso dell’azione, senza aspettative, godendo di ogni piccolo passo. E’ di questi piccoli passi che si compone la vita di tutti i giorni, abbiamo bisogno di imparare a riconoscerli e a goderne,la felicità e le forti emozioni che accompagnano il raggiungimento di una meta sono sporadiche e saltuarie e il valore della vita non si misura da questa. La strada che porta alla  presa di coscienza dei meccanismi della nostra mente attraverso l’osservazione  ci permettere di pulire le lenti attraverso cui osserviamo la realtà. Le lenti sporche, rese opache dai condizionamenti derivanti dalla nostra cultura, la nostra educazione, il nostro ambiente sociale, da tutte quelle sovrastrutture che ci portano a giudicare, a creare conflitti e divisioni. Intraprendere questo percorso significa volersi conoscere, crescere e migliorare, consapevoli che l’unico cambiamento possibile e auspicabile per il mondo, inizia da noi stessi.

This article has 1 comments

  1. Maria Luisa Reply

    Bellissima riflessione , da non dimenticare anche se si ha una certa età. Per i giovani un aiuto a diventare persone equilibrate.

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